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Il vulcano Marsili si sta risvegliando?

vulcano Marsili

Questo imponente vulcano , situato nel Mar Tirreno, rappresenta il più esteso d’Europa. È stato scoperto circa un secolo fa e le sue dimensioni sono notevoli: una lunghezza di circa 70 km e una larghezza di 30 km, localizzato a circa 80 km a nord-ovest di Stromboli. La sua cima si trova a circa 500 metri di profondità, mentre l’edificio vulcanico si eleva per circa 3 km dal fondo del mare.

È ancora attivo?

Il vulcano Marsili non ha la tipica forma a cono, bensì si presenta con una serie di coni e bocche eruttive allineate in direzione Nord-NordEst, Sud-SudOvest. Le ricerche più recenti indicano che le eruzioni si sono verificate nel settore centrale a circa 850 metri di profondità, con un basso indice di esplosività, e che le più recenti risalgono a un periodo compreso tra i 7000 e i 3000 anni fa, confermando che può essere considerato un vulcano attivo.

Altri studi recenti hanno evidenziato la presenza di almeno due caldere, grandi depressioni legate allo svuotamento di camere magmatiche superficiali, concentrate nel settore settentrionale. Alcune di queste depressioni mostrano evidenze morfologiche di collassi laterali.

Per quanto riguarda la sua struttura interna, recenti studi hanno rivelato che questo complesso vulcanico presenta una struttura piuttosto complessa, con camere magmatiche situate a circa 10-12 km di profondità e zone minori di accumulo di magma a circa 5 km.

A tal proposito, studi pubblicati dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), in collaborazione con l’Istituto per l’Ambiente Marino Costiero del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IAMC-CNR), hanno ulteriormente approfondito la conoscenza sulla sua natura e potenziale attività.

Può generare uno tsunami?

Nonostante ciò, il rischio vulcanico associato a eruzioni sottomarine a profondità superiori a 500 metri è considerato basso. In caso di eruzione l’unico segno in superficie sarebbe l’acqua che bolle, come accaduto durante l’eruzione del 2011 al largo dell’isola di El Hierro alle Canarie.

Il rischio potenziale di tsunami, però, non può essere escluso.

In particolare, uno studio del 2021 pubblicato sulla rivista Bulletin of Volcanology suggerisce che il rischio vulcanico non è elevato. Tuttavia, una frana sottomarina causata dal collasso laterale del vulcano potrebbe innescare uno tsunami.

Questa frana, qualora si verificasse, potrebbe generare onde anomale, con un potenziale impatto sulle coste del Tirreno. Inoltre, simulazioni basate su scenari ipotetici mostrano che in caso di collasso laterale, le onde potrebbero raggiungere le coste di Campania, Basilicata e Calabria in 20-30 minuti. Nello specifico, la Campania e la Basilicata potrebbero essere colpite da onde alte almeno 5 metri, con punte fino a 20 metri per la Basilicata e 15 metri per la Campania meridionale e parte della Calabria settentrionale.

La Sicilia, invece, potrebbe subire onde tra i 5 e i 10 metri, mentre la Sardegna potrebbe essere interessata da onde di altezza compresa tra i 2 e i 4 metri. Tuttavia è da precisare che, nel caso in cui si verificassero eventi basati su evidenze osservate, l’altezza delle onde sarebbe significativamente inferiore, con altezze massime di 3-4 metri in Campania meridionale, 2-3 metri in Calabria e Sicilia, e 0,5-1 metro in Sardegna.

Inoltre, le ricerche evidenziano come non vi siano evidenze di tsunami causati da collassi del vulcano Marsili nel passato. Pertanto, è comunque necessario implementare un sistema di monitoraggio per valutare l’effettiva pericolosità connessa al collasso di una parte dell’edificio.

Il vulcano Marsili si sta risvegliando?

Considerando le informazioni disponibili, non si può affermare con certezza che il vulcano si stia risvegliando, ma è considerato attivo in quanto le eruzioni più recenti risalgono a 7000-3000 anni fa.

Inoltre, questo complesso vulcanico presenta un’attività idrotermale e sismica, con eventi di fratturazione superficiale e degassamento.

Per di più, la presenza di zone di accumulo di magma a diverse profondità suggerisce che il vulcano ha il potenziale per future eruzioni, anche se queste potrebbero essere caratterizzate da basso indice di esplosività, come avvenuto in passato.

Infine, non ci sono evidenze di tsunami causati da collassi di questo vulcano nel passato, ma questo rischio non è da escludere del tutto in futuro. Pertanto, è necessario un monitoraggio continuo per valutare la sua effettiva pericolosità.

By Antonio Casella

Sognatore e inguaribile romantico, fervido credente della potenza della coesione sociale, frequentatore di piazze e salotti, ama imparare ascoltando gli altri. Fonico di professione e divulgatore per passione, nel tempo libero organizza eventi culturali nella sua Seminara. È uno dei fondatori di Kalanèa.it, le sue muse ispiratrici sono i suoi ulivi secolari e Milù, il suo gatto.

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