La mosca nella pittura rinascimentale e soprattutto fiamminga, come quasi tutti gli insetti, ha una connotazione negativa.
Solitamente viene associata al maligno, alla morte e alla caducità della vita in genere.
Presso i Caldei, Filistei, Fenici ed Ebrei, la mosca veniva associata a Beelzebub, Signore delle Mosche (titolo tra l’altro di un romanzo – Lord of the Flies di William Golding – dal quale si ricavò un bellissimo film nel 1963 diretto da Peter Brook).
Invece tra i greci la mosca era considerata sacra e collegata a Zeus e Apollo, sebbene fosse anche usata per rappresentare Eurinomo, il divoratore di cadaveri.
Ritornando alla pittura rinascimentale e fiamminga, esaminiamo la “Madonna con Bambino” di Carlo Crivelli (1430-1495), dove Gesù protegge nelle mani un uccellino – simbolo della resurrezione – dalla mosca simbolo di morte e del maligno.
All’interno di quest’opera vi sono anche altre simbologie, vedrò di trattarle in un’altra scheda.
La mosca come simbolo di morte corporale, della caducità dell’esistenza la possiamo osservare nel dipinto “Vanitas” di Bruyn Barthel (1493–1555).
Anche qui sono presenti ulteriori oggetti legati al tema del tempo che ha termine, così come nel “Ritratto di una donna della famiglia Hofer”, di Anonimo tedesco del XV secolo.
Troviamo una piccola mosca posta sul candido velo a ricordare che tutto ha un termine, che si porterà via la bellezza corporea e quanto altro è mortale.
La pittura ai tempi di Photoshop
L’ultima opera presa in considerazione, ha retroscena contemporaneo talmente curioso che per questo tralascerò la lettura della simbologia, che tratterò in seguito con un’altra scheda.
La “Madonna della Pergola” di Bernardino di Antonio Detti (1498-1571/72), già “Madonna dell’Umiltà” ma comunemente ricordata come “Madonna della mosca“, ha visto scomparire ad un tratto la mosca posizionata sul braccio del Bambino, documentata dalla riproduzione dell’opera sul catalogo “Per rinnovare il bel corpo della chiesa” curato da Alberto Cipriani.
Un incauto restauro? un intervento divino che ha messo in fuga il maligno? nulla di tutto questo.
Si è trattato di una operazione del grafico o di chi l’ha fotografata che ha pensato di cancellare con Photoshop la mosca pensando che fosse vera e che pertanto avesse rovinato il dipinto posandosi inavvertitamente sopra.
Fortunatamente la mosca resta ancora visibile sul dipinto, così come l’aveva riprodotta 500 anni fa l’autore, ma sul catalogo la “Madonna della mosca” è diventata la “Madonna SENZA mosca“!
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