Jago, l’uomo che sussurra alle pietre

sphynx di jago

Jago usa gli scalpelli per per creare dettagli realistici nella pelle delle proprie opere, e nel frattempo ne scortica un’altra: la tua.

Lo scultore frusinate è in mostra a Roma nella splendida cornice di Palazzo Bonaparte, proprio di fronte all’Altare della Patria, fino al 3 Luglio 2022.

La mostra è curata in maniera esemplare, opere ben disposte e soprattutto ben illuminate, elementi multimediali di alta qualità e qualche sorpresa.

Il giovanissimo artista, classe 1987, è una vera rivelazione dell’arte italiana, selezionato da Vittorio Sgarbi per la 54ª Biennale di Venezia, nel 2018 è stato ospite alla New York Academy of Art dove ha tenuto una masterclass e una lecture.

Ma torniamo alla mostra.

Osservare da vicino le statue di Jago è un’esperienza unica: i dettagli, le posture, le volute e impercettibili sproporzioni, emanano una forza vitale e prorompente che ti cattura e ti emoziona, mettendoti a nudo, esattamente come i personaggi delle sue opere.

Habemus Hominem

Forse il suo lavoro più famoso, si trova all’interno di una sala dove è possibile guardare un video proiettato nel soffitto stando sdraiati su un enorme divano: un’esperienza insolita.

Habemus hominem di jago esposto a palazzo bonaparte, roma
La sala dove è esposto l’Habemus hominem

La statua ha un dettaglio non trascurabile, i suoi occhi sono incavati e “ti inseguono” da qualsiasi angolazione la si osservi.

La storia di quest’opera è importante da conoscere: fu realizzata come busto di Papa Ratzinger nel 2012 e dopo le sue dimissioni, l’artista decide di scolpire il mantello papale e scoprire la pelle del personaggio.

Venere

La Venere di Jago è un chiaro richiamo a Botticelli ma è sorprendentemente più forte, una donna anziana che mostra il proprio tempo attraverso le rughe, le dita artrofizzate, il seno caduco e i piedi “pesanti”.

Nascosta dietro una tenda, in una stanza buia, è l’emblema del memento mori, la distruzione di ogni velleità, la palese disgregazione del essere umano convinto di dominare tutto, anche il tempo: è un opera che ti resterà dentro a lungo.

Venere di Jago in mostra al Palazzo Bonaparte, Rroma
Dettaglio della Venere di Jago

Figlio Velato

Ispirata all’attrazione principale della Cappella di San Severo, questa scultura è realizza da un blocco di marmo sul quale compare ancora il codice scritto a vernice dagli operai della cava.

Un po’ per contrastare con la raffinatezza del lavoro, un altro po’, forse, per trasmettere quel senso di forza creatrice o distruttrice che scolpisce sì la natura, ma con fatica.

Figlio Velato di Jago

La Pietà

Nell’ultima sala si trova la statua più recente di Jago, ispirata dalla fotografia di un genitore Afgano che tiene in braccio il figlio appena ucciso da un bombardamento.

Per realizzarla l’artista ha impiegato oltre un anno, lavorando all’interno del proprio studio voluto nel Rione Sanità di Napoli, punto di riferimento per giovani artisti.

Alla sua prima esposizione, nella Chiesa degli Artisti, a Piazza del Popolo, si è riversata una folla inaspettata, fatta soprattutto da giovani

Un messaggio chiaro e forte per ricordarci di cosa sia fatto il nostro Paese.

Pietà di Jago in mostra al Palazzo Bonaparte, Roma
Pietà di Jago con l’Altare della Patria sullo sfondo

Altre opere

L’esposizione include altre opere, meno famose ma altrettanto emozionanti, che richiamano i sentimenti più reconditi dell’essere umano, la nostra vulnerabilità e le nostre fragilità: sentimenti diametralmente opposti alla durezza dell’eterna pietra.


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By admin_kalanea
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