Le ceramiche di Seminara: “u monacu chi fui” e altre storie

ceramiche di seminara

Oggi voglio parlarvi di alcune particolari ceramiche di Seminara che portano con sé delle storie avvincenti tramandate nei secoli.

La tradizione di una città

Sulla ceramica di Seminara si potrebbero scrivere intere enciclopedie, tra maschere apotropaiche, ricci, pigne, bùmbule, cortàre, ciambelle e quant’altro gli argomenti non mancherebbero.

Questi oggetti sono vere e proprie opere d’arte che nei secoli i ceramisti hanno modellato e fatto conoscere in tutto il mondo e che ancora oggi vengono prodotte dagli artigiani di Seminara.

Attrazione per i turisti

Tra queste opere ci sono tre statuette custodite nel Museo del Tesoro sulle quali mi soffermo durante le visite guidate all’interno della Basilica della Madonna dei Poveri.

U monacu chi fui sapi i fatti soi

Ceramiche di Seminara - Carmelo Mangione - u monacu chi fui - statuetta in ceramica
Carmelo Mangione – u monacu chi fui – statuetta in ceramica

Se sei calabrese o di aree limitrofe potresti aver sentito il detto “U monacu chi fui sapi i fatti soi”, tradotto: il monaco che scappa sa quello che fa.

La raffigurazione di questo detto è avvenuta per opera del maestro Carmelo Mangione, vissuto a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, uno dei massimi artisti dello stile liberty.

Mangione si divertiva a plasmare la statuetta di un monaco con espressione serafica raffigurato nell’atto di correre con una pesante gerla (cesto) sulle spalle.

Apparentemente piena di fiori ma con un peccato celato dentro di essa: una bellissima fanciulla dal corpo sinuoso.

Ceramiche di Seminara . Carmelo Mangione - u monacu chi fui - statuetta in ceramica - particolare interno della gerla.
Carmelo Mangione – u monacu chi fui – particolare interno della gerla

I romantici sostenevano che fosse l’allegoria della primavera, il popolo invece la considerava il classico ‘scheletro nell’armadio’ che anche le persone perbene a volte nascondono.

I ceramisti più anziani narrano che il Mangione espose questa statuina alla fine dell’ottocento alla fiera della Madonna della Consolazione a Reggio Calabria.

Passava di li un frate che, mosso dalla curiosità, alzò lo scomparto che copriva l’interno della gerla e scoprì l’arcano segreto.

Furibondo iniziò a muovere accuse di vilipendio verso il ceramista e le forze dell’ordine, dopo accesi dibattiti, decisero di sequestrare le statuette.

Carmelo Mangione – u monacu chi fui – statuetta in ceramica

Leggi anche: Il rito ancestrale della Corajisima

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By Domenico Scordo

Ideatore e Curatore del Tesoro della Basilica di Seminara (RC), Presidente dell' Associazione Progetto Futuro, promotore instancabile della Cultura Storico-Artistica del Territorio della Costa Viola.

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