Paolo Veronese (1528-1588) e le Allegorie Nuziali, una sorta di percorso matrimoniale che dovrebbe condurre all’abbandono del vizio a favore della virtù.
I 4 dipinti, probabilmente collocati su soffitti per via della loro prospettiva illusionistica, inventariati con i titoli Infedeltà, Disinganno, Rispetto e Concordia felice, non ci forniscono particolari sui committenti né sugli sposi ai quali erano dedicati.
![Paolo Veronese, allegorie nuziali, infedeltà](https://www.kalanea.it/wp-content/uploads/2020/06/Paolo-Veronese-Allegorie-Nunziali-1.jpg)
Il primo dipinto rappresenta una donna nuda di spalle, contesa da due uomini di differente età a rappresentare la contrapposizione tra l’amore più sensuale ed inebriante, con tanto di putti musicanti, e l’amore più maturo e riflessivo.
![Paolo veronese, allegorie nuziali, disinganno](https://www.kalanea.it/wp-content/uploads/2020/06/Paolo-Veronese-Allegorie-Nunziali-2.jpg)
La sequenza prosegue con la seconda opera, dove appare l’uomo disteso a terra sopraffatto dalle passioni indotte da Cupido, mentre la dama con l’ermellino, simbolo matrimoniale, rappresenta l’amore onesto.
![Paolo Veronese, allegorie nuziali, rispetto](https://www.kalanea.it/wp-content/uploads/2020/06/Paolo-Veronese-Allegorie-Nunziali-3.jpg)
Nel terzo dipinto troviamo un uomo d’armi che viene frenato dall’impulso di sottostare alle promesse di Cupido che lo indirizza ai piaceri carnali, così che l’intelletto sia superiore all’istinto.
![Paolo Veronese, allegorie nuziali, concordia](https://www.kalanea.it/wp-content/uploads/2020/06/Paolo-Veronese-Allegorie-Nunziali-4.jpg)
Infine, tra le Allegorie Nuziali di Paolo Veronese, quest’ultima opera che conclude l’allegorico percorso matrimoniale, la dea della Fortuna – identificabile dalla cornucopia – corona con l’alloro la coppia di sposi che come simbolo di pace sostengono un ramo di olivo. Da notare l’amorino, figura immancabile, intento a legare l’uomo e la donna con una catenella d’oro e il cane, simbolo di fedeltà in questo caso coniugale.
Leggi anche: La scandalosa opera di Auguste Clèsigner