Il ritratto “Portrait of a child” è stato realizzato dal pittore americano Ralph Earl nel 1778 durante la Guerra d’indipendenza americana, poco prima che si trasferisse a Londra dove rimase fino al 1786.
Come ritrattista professionista, a lui si devono i primi ritratti storici della Rivoluzione Americana, si suppone che la sua attenzione sia stata rivolta più che altro verso chi poteva commissionargli opere, quindi a una borghesia benestante che nel Massachusetts, suo luogo natale, doveva essere ben ampia visto che la sua baia ospitava una flotta mercantile notevole.
Le sue opere, dopo il suo soggiorno a Londra che gli permise di confrontarsi con l’arte europea, superando i limiti dell’autodidatta (divenne membro della Royal Academy), sono apprezzate sia per la tecnica raffinata sia per la composizione dell’insieme dove la descrizione riveste un ruolo importante.
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Questione di sguardi
Un elemento caratterizzante di Portrait of a Child è la bella veste bianca – colore sempre difficile da realizzare, se non si è bravi diventa un colore “sporco” – attraverso la quale l’artista rimarca il candore della bambina (o bambino? Un tempo si metteva la sottana anche ai bimbi piccoli).

Meno evidente ma rilevante ugualmente è l’ambientazione, preludio di quella sua futura capacità descrittiva.
I punti focali sono gli occhi, compresi quelli del cagnolino che pare terrorizzato… forse proprio per questo sguardo del cagnolino, che prende alla fine il sopravvento, il dipinto pare non bilanciato, non si comprende quale sia il soggetto principale: provando a nascondere il musetto del cagnolino il ritratto prende maggiore forza e bellezza.

L’abito, l’animaletto domestico, la serenità della scena fanno venire in mente i film degli anni ’20 ambientati nelle piantagioni americane di fine ‘700 / inizio ‘800: una grande casa con un bell’atrio con colonne, un giardino curato e un parco immenso, una vita – certamente solo per chi ne era il proprietario – tranquilla e serena e… molto inglese!
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