Come abbiamo già scritto nell’articolo pubblicato ad Aprile vi è una stretta relazione tra i sintomi da Coronavirus e la carenza di Vitamina D.
L’ipotesi di correlazione è stata formulata nel mese di Marzo dai proff. Giancarlo Isaia ed Enzo Medico i quali avevano rilevato una carenza di Vitamina D nei pazienti ricoverati per sintomi da Covid-19.
Lo studio
A seguito dell’ipotesi è stato avviato uno studio presso l’Università di Cordoba, in Spagna, dove si è proceduto alla somministrazione di calcifediolo su un campione di pazienti ricoverati.
Lo studio, pubblicato sulla rivista The Journal of Steroid Biochemistry and Molecular Biology, ha evidenziato come la somministrazione del farmaco abbia ridotto notevolmente le complicanze sui pazienti ricoverati.
Infatti su un campione di 76 pazienti, tutti trattati con idrossiclorichina come da protocollo, 50 di essi sono stati trattati con calcifediolo mentre i restanti 26 hanno proseguito il ricovero senza tale trattamento.
Ne è risultato che mentre tra i 26 pazienti non trattati con calcifediolo il 50% è stato trasferito in terapia intensiva a seguito di complicanze, nei 50 pazienti trattati con il farmaco la percentuale di soggetti trasferiti in terapia intensiva, si è fermata al 2%.
Come riporta il comunicato stampa dell’Accademia dei Medici “Lo studio … mostra che la Vitamina D è in grado di ridurre la comparsa delle maggiori complicanze della malattia”, pertanto suggerisce la somministrazione in tutti i pazienti affetti da Coronavirus.
Le raccomandazioni
Bisogna ribadire, quindi, quanto scritto nel precedente articolo, ovvero che per sopperire alle carenze di Vitamina D si suggerisce di esporsi il più possibile alla luce solare.
Si può sopperire a tale carenza alimentandosi con cibi ricchi di Vitamina D e/o assumere specifici preparati farmaceutici, sempre sotto controllo medico.
Questo vale in particolar modo per gli anziani, il personale sanitario e tutte quelle persone che non hanno possibilità di esporsi frequentemente alla luce solare.