San Filarete L’ Ortolano è stato un Santo vissuto a Seminara (RC), nato a Palermo nell’anno 1020.
Filarete soddisfaceva alle necessità del corpo solo con pane ed alcune erbe, consuetudine che mantenne per tutta la vita, sopportava il freddo e il caldo, d’estate attraversava monti e dirupi coltivava l’esercizio della carità, risanava l’infermo, curava lo storpio, era sollecito per chi era in rovina, si preoccupava dell’errante, si struggeva ansioso per chi era caduto.
Si racconta che disboscò un terreno e rese coltivabile la terra affinché producesse ortaggi che poi donava alla comunità, cedeva agli altri burro cacio e latte, le vesti che indossava sul nudo corpo erano di paglia intrecciata e di canapa rozza, dormiva sul suolo sopra rami coperti di fieno e come cuscino usava una pietra ricoperta di paglia, parlava poco e le poche parole che diceva erano frutto di grande riflessione.
Ai monaci raccomandava l’umiltà e il distacco dal mondo a coloro che erano impegnati in lotte spirituali diceva di non perdersi d’animo ma di rimanere saldi nelle fatiche e di essere forti fino alla fine nelle pratiche ascetiche.
Ai giovani rivolgeva l’invito d’iniziare bene la loro vita per giungere ad una fine migliore, ai vecchi raccomandava di essere umili e moderati.
I suoi resti furono rinvenuti il 22 febbraio del 1693 dopo il terremoto che l’11 dello stesso mese distrusse il monastero, i particolari del ritrovamento furono descritti dal notaio Domenico Guardata il 25 aprile di quell’anno.
Il vescovo di Mileto, Domenico Antonio Bernardini, il 24 ottobre del 1697 eseguì la ricognizione delle spoglie venerate, nel 1709 alcune spoglie vennero donate alla chiesa palermitana di San Basilio da dove, in seguito, furono trasferite nella cattedrale.
A Seminara, nella Basilica della Madonna dei poveri fu custodito un avambraccio del santo in un reliquiario d’argento proveniente dal monastero eseguito dall’orafo Luigi De Sanguini, anche il cranio fu rinchiuso in un reliquiario d’argento, probabile lavoro di scuola messinese del 1717.
La fama e i prodigi di questo santo si diffusero in tutto il regno delle Due Sicilie, a Seminara dal suo sepolcro si levava un soave profumo di unguento, anche le sue vesti lacere che erano state appese in un legno dopo la sua morte furono trovate intatte e si diffondeva un soave profumo.
È segnato nel Calendario Liturgico Bizantino al 6 Aprile come monaco italo-greco, morto nel 1060.
Fu iscritto nel Calendario Palermitano dal Cardinale Giannettino Doria ( 1608- 1642 ).
Nel Santuario della Madonna dei Poveri di Seminara (RC), edificio fondato in età medievale, distrutto nel 1783, ricostruito nel 1785, abbattuto nel 1908, riedificato nel 1929, elevato a Basilica nel 1940, sul lato sinistro del presbiterio erano custoditi in una nicchia (oggi nel Museo del Santuario):
Braccio-reliquario argenteo quattrocentesco di S. Filareto ( prob. opera di L. De Sanguini, del 1451), con mano rifatta da D. Vervare nel 1605, e con iscrizioni (pezzo proveniente dal distrutto Monastero di S. Filareto, fondazione monastica basiliana del X secolo);
Testa-reliquario argentea di S. Filareto, con iscrizione dedicatoria e datazione (opera di orafo messinese, datata a. 1717, proveniente anch’essa dal Monastero di S. Filareto).
La Città di Palermo fece istanza all’Abate Generale dell’Ordine di S. Basilio D. Pietro Menniti di concedere alla patria del Santo concittadino una Reliquia del Santo.
Questi chiese la facoltà al Sommo Pontefice Clemente XI che la concesse volentieri, “ poiché sappiamo che in Palermo si venerano le Reliquie “, così come attestato dallo stesso P. Abate Generale, che il 4 ottobre 1701 estrasse il Braccio di San Filarete e lo portò con sé a Palermo.
La traslazione fu celebrata con solenni suppliche il 14 Gennaio 1703 dalla Chiesa di S. Basilio alla Chiesa Cattedrale.
La celebrazione fu iscritta nel Martirologio della Chiesa Palermitana nella stessa data.
La Festa della Traslazione delle Reliquie di San Filarete si celebrò fino al 1929; quella del Santo fino al 1958, quando è stato espunto dal Calendario Diocesano. Conosciamo la Vita di San Filarete grazie a un solo manoscritto del 1308.
Tratto dal libro di Giovanni Musolino: Santi eremiti italogreci. Grotte e chiese rupestri in Calabria.