Il culto di Santa Caterina D’Alessandria a Cinquefrondi

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“Sareste voi stati in grado di sopportare un tale sacrificio? Sareste voi stati capaci di dire NO e di opporvi al costo della vostra vita per un bene superiore non per avere un pezzo di terreno in più ed un litigio in famiglia”.

Queste le parole pronunciate da Don Giuseppe Mangano durante la liturgia celebrata in onore di Santa Caterina D’Alessandria presso la Chiesa del Carmine di Cinquefrondi.

Un’omelia di grande potenza caritatevole e amore verso un Dio più forte di un imperativo troppo terreno. 

Fa da cornice un altare ben curato, elegante e degno del significato più profondo del martirio della Santa.

“Abbiamo scelto il rosso sia per la tovaglia dell’altare e per i fiori decorativi proprio per richiamare il grande martirio, il sangue versato dalla Santa in nome del suo intimo e intoccabile legame con la fede.”

Questo ci riferisce Massimo Seminara, Priore della Chiesa del Carmine.

Storia e diffusione del culto in Europa

Santa Caterina D’Alessandria (Caterina dal greco “Donna pura”), apparteneva a una famiglia nobile , la Legenda Aurea specifica che era figlia del re Costa, il quale la lasciò orfana giovanissima.

Negli anni è entrata nei racconti popolari e folkloristici dove viene descritta come una giovane donna egiziana di un altissimo acume intellettuale e di un forte sentire verso la fede cristiana.

Il suo culto si è diffuso in Europa, in particolare in Francia dove diviene la protettrice degli studenti di teologia e titolare di molte Confraternite femminili.

In Italia è protettrice delle apprendiste sarte.

Da Caterina deriva il termine francese catherinette (caterinetta) che in origine indicava giovane donna da marito.

Tuttavia la leggenda narra che la martire non si sarebbe mai sposata in quanto in un suo sogno ebbe la visione della Madonna con il bambino che le metteva un anello al dito rendendola cosi sposa di Cristo.

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Una figura carismatica

Nel 305 Massimino Daia arriva ad Alessandria d’Egitto e viene nominato governatore di Egitto e Siria.

Per la sua nomina vengono celebrati grandi festeggiamenti con relativi sacrifici di animali alle divinità pagane. E’ in questa occasione che emerge la figura di Caterina.

La giovane si reca dal Governatore per convincerlo ad abbandonare le sue convinzioni e per invitarlo a riconoscere Gesù Cristo come redentore dell’umanità. 

Massimino per tutta risposta convoca un gruppo di intellettuali per convincere la giovane donna a venerare gli dei. Avviene il contrario, infatti Caterina riesce a convertire gli intellettuali

Questo innesca l’ira di Massimino che fa uccidere il caritatevole gruppo e aggiunge una proposta di matrimonio.

La martire si rifiuta anche in questo e viene condannata ad una tremenda morte: una grande ruota dentata fa strazio del suo corpo.

Miracolosamente si salva, ma una spada la decapita. Gli Angeli portano il suo corpo da Alessandria fino al Monte Sinai.

Ma perché il culto di Santa Caterina d’Alessandria lo ritroviamo a Cinquefrondi?

La benedizione della statua di Santa Caterina D'Alessandria a Cinquefrondi

A passo lento e silenzioso entriamo nella Chiesa del Carmine. La Chiesa, ormai, dall’inizio della pandemia tiene le sue porte spalancate ai fedeli in gran parte delle ore del giorno e di quasi ogni giorno.

Questo per dare la possibilità ai credenti di rapportarsi alla fede anche in maniera individuale, chiudersi in preghiera e riflessione con se stessi e con Dio.

Uno dei pochi momenti, forse, dove il cuore detta i pensieri.

Luci soffuse, odore di sacro, ambiente sontuoso.

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L’origine del culto di Santa Caterina

Come ci riferisce il Priore Massimo Seminara fino al 1400 era presente sul territorio calabrese il rito greco di conseguenza molto diffusi erano le venerazioni ai Santi come San Michele Arcangelo, San Nicola e, appunto, Santa Caterina.

Pare che a Cinquefrondi poco fuori dall’abitato si trovasse una chiesetta dedita a San Nicola dove all’interno vi era proprio una tela di Santa Caterina. 

Risalgono al 4 novembre 1586 le prime notizie che si hanno dai verbali in merito al culto di Santa Caterina.

Monsignor Marcantonio del Tufo, vescovo di Mileto (nella cui giurisdizione fu compreso Cinquefrondi fino alla ristrutturazione della Diocesi calabresi avvenuta nel 1986) iniziò una visita pastorale proprio dalla Chiesa di San Nicola e da quanto riportato sopra l’unico altare vi era collocata una tela  su tavola con le figure della Madonna e dei Santi Caterina e Nicola, racchiuse in una cornice. 

Successivamente , sempre dai verbali di una visita pastorale datata 15 Maggio 1706, si ha notizia di un altare di Santa Caterina nella Chiesa arcipretale di Cinquefrondi.

Non si sa nello specifico come e quando la tela passò Nella Chiesa di San Michele Arcangelo.

E’ ipotizzabile che a seguito di un terremoto la Chiesa di San Nicola sia stata distrutta e di conseguenza la tela trovò nuova collocazione. 

Come arriva allora il culto nella Chiesa del Carmine?

Si ha notizia della fondazione da parte del Marchese Giffone D’Aragona del Pio Monte delle Orfane, un’associazione di beneficienza che aveva come obiettivo quello di aiutare e di affiancare le giovani fanciulle povere.

In seguito, il Pio Monte ebbe un lascito di un terreno e, a vincolo di questo lascito, vi era l’obbligo di tributare negli anni delle liturgie in onore a Santa Caterina.

Attorno al ‘700, quando il Pio Monte fu’ soppresso, tutti i beni passarono all’Arciconfraternita del Carmine, di conseguenza anche il lascito e la tela dedicata a Santa Caterina – che però poi venne trafugata.

La tradizione, dettata anche  da questo lascito continua nel tempo ed ogni anno presso la Chiesa del Carmine si celebra la messa in onore della martire.

“Il tempo passa ma è straordinario osservare come tutto si mantiene, senza neanche accorgercene ripetiamo atti che implicitamente appartengono ad un mondo proveniente da tempi lontani”

Massimo Seminara.

L’Arciconfraternita era, rimasta senza una figura da onorare e nel 1962 un confratello, il Maresciallo Arcangelo Mercuri, volle fare dono all’Arciconfraternita della bellissima Statua che attualmente si trova nella Chiesa. 

Ringraziamo Il Priore per le informazioni ed il prezioso tempo dedicato con evidente amore e cura verso la meravigliosa Chiesa. 


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interno della Chiesa del Carmine a Cinquefrondi
L’interno della Chiesa del Carmine
By Michela Tripodi

Avvocato. Dedica parte del proprio tempo ad attività culturali e benefiche come presidente dell'Associazione socio-culturale "Sibilla". Da anni impegnata nel sociale, ha dedicato le proprie proprie energie dando un contributo nel mondo del lavoro attraverso l'attività sindacale. Crede fortemente nelle potenzialità della sua Calabria e punta alle valorizzazioni delle sue intelligenze.

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